In occasione della 45ᵅ Global Privacy Assembly, conferenza che riunisce tutte le Autorità di protezione dati a livello mondiale, tenuta dal 15 al 20 ottobre ad Hamilton, Bermuda, uno dei temi più caldi è stato l’intelligenza artificiale in particolare quella di tipo generativo (come ad es. ChatGPT).
Il Garante Privacy ha collaborato, insieme alle Autorità di Germania e Regno Unito, a stendere una risoluzione sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, riguardante una serie di aspetti tra i quali il reclutamento dei candidati, la stipula del contratto e il monitoraggio dei dipendenti. Tale risoluzione chiede di garantire un uso dei sistemi di AI incentrato sull’uomo. Considerato il potenziale impatto sulla vita personale e professionale dei lavoratori, lo sviluppo di strumenti di AI dovrebbe infatti avvenire, stando alla risoluzione, secondo i principi della protezione dei dati by design e by default (cioè con garanzie previste fin dalla progettazione e per impostazione predefinita, che limitino al minimo l’uso dei dati e gli scopi per i quali sono trattati). Anche per il trattamento dei dati personali è stata evidenziata la richiesta di un’adeguata base giuridica e di garanzie volte a evitare una sorveglianza sproporzionata rispetto alle finalità, nel rispetto dei principi di necessità, proporzionalità e minimizzazione dei dati.