Clarifications of the Court of Cassation on the Nullity of Bringing the Legal Claim to the Knowledge of Others or Nullity of the Vocatio in Ius

In the very recent judgment no. 2258 of 26 January 2022, the United Sections of the Supreme Court ruled on a particularly important procedural law question expressed in the interlocutory order of the third section of the Court no. 18297/2021.

The United Sections were asked to decide whether or not the defendant who had remained in default of appearance at first instance, and who had lodged an appeal objecting to the nullity of the writ of summons at first instance on the grounds of failure to comply with the time limits for appearance, was entitled to request the renewal of all the procedural acts that he had been unable to perform at first instance.

This question, which had been submitted to the Supreme Court on several occasions, had been resolved in rulings that often conflicted with each other and required a decision leading to a unified approach.

Well, the United Sections, after examining the main rulings on the subject, ratione temporis, and the different solutions adopted by the sections of the Supreme Court, made a clear distinction between all cases of nullity of the summons, stating that: “where the nullity of the summons is cited as a ground for appeal due to defects in the vocatio in ius (in this case, failure to observe the time limits for appearance), since the defendant did not appear and the nullity was not detected ex officio pursuant to Article 164 of the Code of Civil Procedure, the appeal judge, since there is no case for referring the case to the first judge, must order, as far as possible, the renewal of the acts carried out at first instance, although the defaulting defendant may ask to be put back on time to carry out activities that are now precluded under Article 294 of the code of civil procedure, and therefore if he demonstrates that the nullity of the summons prevented him from having knowledge of the proceedings”.

It follows, therefore, that an extension of the time limit in the appeal proceedings can be granted only if the applicant demonstrates that the nullity of the summons prevented him from having material knowledge of the proceedings. Otherwise, according to the Court, the defendant’s failure to appear, even if the summons is null and void due to failure to comply with the time limit for appearance, should be read as a choice of procedural strategy, since he had material knowledge of the proceedings and decided not to appear.

The granting of a remission of the time limit even where the defendant had knowledge of the proceedings, albeit in the presence of a material defect in the summons, would be detrimental to the other party to the proceedings, as the time limit would be unfairly extended, when the defendant could well have entered an appearance at first instance, objecting to the nullity of the summons already there.

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CHIARIMENTI DELLA CORTE DI CASSAZIONE SULLE NULLITA’ AFFERENTI ALLA PORTATA DELLA DOMANDA GIUDIZIALE A CONOSCENZA DI ALTRI O NULLITA’ DELLA VOCATIO IN IUS 

Con la recentissima sentenza n. 2258 del 26 gennaio 2022 le Sezioni Unite della Suprema Corte si sono pronunciate su un quesito di diritto processuale di particolare rilevanza, espresso con l’ordinanza interlocutoria della terza sezione della Corte n. 18297/2021.

Alle Sezioni Unite è stato richiesto di decidere se il convenuto rimasto contumace nel giudizio di primo grado, che abbia proposto appello eccependo la nullità dell’atto di citazione di primo grado per il mancato rispetto dei termini a comparire, avesse la facoltà o meno di richiedere la rinnovazione di tutti gli atti processuali che non aveva potuto compiere nel primo grado di giudizio.

Tale questione, più volte sottoposta al vaglio del Supremo Collegio, era stata risolta con pronunce spesso contrastanti tra loro e necessitava una decisione che portasse ad un indirizzo unitario.

Ebbene, le Sezioni Unite, dopo aver esaminato le principali pronunce susseguitesi, ratione temporis, sull’argomento e le diverse soluzioni adottate dalle sezioni del Supremo Collegio, hanno operato un netto distinguo tra tutti i casi di nullità della citazione, stabilendo che: “ove venga dedotta come motivo di appello la nullità della citazione per vizi della vocatio in ius (nella specie, inosservanza dei termini a comparire), non essendosi il convenuto costituito e neppure essendo stata la nullità rilevata d’ufficio ai sensi dell’art. 164 cpc, il giudice d’appello, non ricorrendo una ipotesi di rimessione della causa al primo giudice deve ordinare, in quanto possibile, la rinnovazione degli atti compiuti in primo grado, potendo tuttavia il contumace chiedere di essere rimesso in termini per compiere attività ormai precluse a norma dell’art. 294 cpc, e dunque se dimostra che la nullità della citazione gli ha impedito di avere conoscenza del processo”.

Ne discende quindi che la rimessione in termini nel giudizio di gravame può essere concessa esclusivamente laddove l’istante dimostri che la nullità della citazione gli aveva impedito la materiale conoscenza del processo, Diversamente, secondo le SSUU, la mancata costituzione del convenuto, pur in presenza di una nullità della citazione per inosservanza dei termini a comparire, dovrebbe leggersi come una scelta di strategia processuale, dal momento che egli aveva comunque avuto la materiale conoscenza del giudizio, decidendo tuttavia di non costituirsi.

Infatti, la concessione della rimessione in termini anche nel caso in cui il convenuto aveva avuto conoscenza del processo, seppure in presenza di un vizio materiale della citazione, provocherebbe un danno per l’altra parte processuale, in quanto i tempi del processo verrebbero ingiustamente dilungati, quando invece il convenuto ben avrebbe potuto costituirsi in primo grado, eccependo la nullità della citazione già in tale sede.

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Avv. Federica Colarieti
Senior Associate
E: colarieti@pglegal.it